mercoledì 27 agosto 2008

Lettera aperta all’On. Carlo Amedeo Giovanardi

Gent.le On. Giovanardi, Le confesso che mai avrei pensato fino ad oggi di scriverle una lettera, puranco aperta. La necessità nasce dal tasso di nervosismo che mi si genera ogni qual volta mi trovo a leggere sulla stampa o ascoltare sui media delle sue affermazioni. Ci sono politici che pur non condividendone il pensiero, la formazione, le scelte e compagnia cantando, trovo però assai degni di rispetto e considerazione. L’On Berlusconi ad esempio, mi incute disgusto ma ne rispetto le capacità, il senso politico ed anche, ahimè, la forza mediatica della sua persona.

Lei no. Malgrado la mia provenienza da una famiglia dalle fortissime radici democristiane trovo la sua figura la quintessenza di ciò di male abbia rappresentato la D.C. nel nostro paese.

La D.C. è stata per i quarant’anni della sua gloriosa (?) esistenza il vero specchio dell’animo italiano. Altro che sud, padania, operoso nord est e sfaccendati impiegati statali romani! Il paese è lo stesso dappertutto con le giuste sfumature che lo differenziano e la D.C. le ha rappresentate tutte per poter essere apparentemente un poco di tutti ma in realtà per essere solo per se stessa ed i suoi dirigenti, quadri e simpatizzanti e poteri consolidati. Se si doveva fare si faceva ma a certi costi e condizioni, se andava condonato si condonava, se serviva che una autostrada passasse di li, di li passava. Se non bastava si aggiungeva, se era troppo si divideva… Il paese è andato a rotoli ma i conti sono arrivati dopo 120 mesi e più, non giorni come per il un pagamento di un lungimirante fornitore. Ma tutto andava più o meno. Si le mafie, il terrorismo le stragi, i poteri forti. Ma andava avanti e qualche semino rimaneva nella terra a concimare il terreno per qualche volenteroso coltivatore. All’italiano in fondo stava quasi bene. Sembrava l’inevitabile scotto da pagare. Non si può pretendere che si faccia politica solo per passione o per il piacere di propagandare le proprie idee, e che diamine! E così ci siamo tenuti il carrozzone e ne abbiamo anche, a volte , ottenuto dei benefici, finché i nodi si sono presentati al pettine senza nessun ritegno. La politica è caduta sempre più in basso e qualcuno ha deciso di togliere il tappo alla vasca con l’acqua sporca. Ma poi c’è stato ricambio? Sono arrivate le persone nuove, le idee nuove, il “new deal” italiano? Non so, non voglio rispondere ma lascio ad ognuno di Voi la risposta. Certo qualcuno parla di nuovo ma non sembra averne i titoli per farlo. Qualcuno parla solo ed anche questo appare spesso sbagliato.

Lei invece caro On.le quando parla a me fa uno strano effetto. Non so se per l’aspetto, le idee retrograde, i concetti mal posti, l’insipienza delle Sue polemiche, ma trovo assai difficile condividere anche i temi più ovvi con il suo pensiero.

Il mio occhio, in odore di cataratta, si è imbattuto in un suo recente articolo su Repubblica che fumigava ancora di coda-bruciata-appena-spenta a proposito di razzismo, Santo Padre e accuse all’Italia. Che? Razzisti noi? Noooo! Il Santo Padre parlava in generale… Certo dopo le varie polemiche sui ROM , i flussi migratori, i Rumeni tutti violentatori ed assassini e i clandestini da buttare a mare! Come si può essere così scialbi nel commento? L’evidenza che si riferisse ai fatti in essere in questi tempi in Italia è evidente. Perché negare l’evidenza e non affrontare il problema dal lato della soluzione e non dello scarica-barile. Non posso credere che il problema sia far notare che c’è un problema non fare di tutto per risolverlo!

Per non parlare della lotta tenace contro le droghe leggere, con leggi che chi le promulga forse non sa neanche che cosa possano generare al cittadino comune. Personalmente non faccio uso di alcun tipo di sostanza stupefacente ma vivendo come un essere umano bipedi e pensante inserito in un consesso sociale dove le persone si alzano la mattina, vanno a lavorare, se possono vanno in vacanza, a mangiare al ristorante o in pizzeria, e poi si innamorano, fanno sesso gratis o a pagamento, etc. etc., il consumare una cannetta con gli amici non mi risulta affatto una tragedia. Le persone normalmente poi tornano a casa e la mattina ricominciano il tran tran quotidiano. Se non fosse così caro Giovanardi la popolazione dei paesi occidentali avrebbe avuto un calo del 30%. E sono conservativo nella stima! D’altra parte forse, se non fosse stato così penso che la gente, non intorpidita dalla cannabis, avrebbe cacciato a calci nel culo assai prima i politici malandrini.. E come diceva la buonanima di Totò :”E con questo ho detto tutto!”.

Il fatto è che Lei , posso chiamarla Carlo?, Grazie, caro Carlo ad una riunione di simpatizzanti di DC-CCD-UDC-PL-PDL e chi più ne ha… non troverà nessuno che fuma spinelli, anche perché a quell’età al massimo si mastica tabacco! A parte qualche simpatico collega che magari si “tiricchia” qualche striscia di coca, ma solo per poter identificare il nemico e combatterlo meglio con le informazioni raccolte, naturalmente.

La società è altrove. Non dove vivono “i normali” si trovano gli “eletti”…

Si forse è questo il problema. Il distacco forte tra la politica, il governo, i poteri forti, dai problemi veri, dalla società civile che vive con 1200 euro al mese. Il problema che mentre aumentano le richieste di beni di lusso, ci si strappa i capelli per il pane a 3 euro al chilo e la benzina a 1 e 50 al litro. Tutto questo dovrebbe far riflettere. Queste belle Ferrari, queste barche da milioni di euro in espansione sul mercato nazionale mentre la maggioranza delle persone fa fatica ed alcuni proprio non riescono a giungere a fine mese dovrebbe dare stimolo a qualche riflessione finalmente sensata. Si sta facendo veramente qualcosa per il paese, per i ceti più deboli o è solo fuffa? Mio caro Carlo se si ricorda i bei tempi democristiani, forse rammenta anche che si rubava, pardon, si ricavavano vantaggi, forse non si era cosi avidi e qualche mollichina finiva anche nelle tasche dei più diseredati. La formazione cattolico-cristiana del partito dava spunti per donare, concedere spesso anche ai nemici, un po’ alla Don Camillo e Peppone, di guareschiana memoria. Ecco al nostro amico Carletto servirebbe una ripassata delle opere di Guareschi. Forse anche di qualche altro autore illuminato ma non pretendo tanto. Una cosa però gli va riconosciuta. Quando difende il vessato Silvio lo fa con una verve diversa del compiacente Cicchitto, il canonico Bondi o lo straripante Schifani. Deve essere l’espressione del suo volto, mai rassicurante, sempre incarognito in un ghigno apparentemente beota, secondo me controproducente: chi lo vede pensa che la verità sia sempre l’opposto di quello che dice… E questo per Silvio, per il peso che ha quest’ultimo, è peggio di un insulto di Veltroni!

Weed

venerdì 22 agosto 2008