lunedì 23 maggio 2011

Canada, day 23, islands

Allora è lunedi. Ma ancora il lavorare è lontano, e sono entrato nella 4 settimana off... Non è male. E' da tempo immemore che non facevo 3 settimane di vacanza, pensate 4. Oggi dopo le stranezze alberghiere di ieri, fatta una sempre più frugale colazione senza frittatone, sono andato all'imbarco dei traghetti per Wolf Island. Un piccolo paradiso a venti minuti di traghetto davanti a Kingston sul lago Ontario. La caratteristica del posto è l'agricoltura e l'allevamento. Inoltre c'è un parco eolico enorme con anche una grande diffusione di pannelli solari. Il traghetto parte ogni ora circa ed è gratuito, ovviamente. La prima gaffes della giornata che ne prevederà diverse anche molto imbarazzanti è stata la seguente: apostrofare un tipo forse in fila con la macchina al traghetto , che stava stravaccato a sportello aperto e gambe all'aria, occhiali neri e cappello basket, capelli corti, chiamandolo "Senta signore..." ed invece era una sguaiatissima signorina! "Oh, sorry madam..." ho detto per riparare ma non è stato bellissimo. Il traghetto visto che c'era un po' di onde determonate dal vento molto forte ha cominciato a lanciare secchiate d'acqua sui passeggeri che, come il sottoscritto si sono presto rifugiati al riparo o nelle auto o in punti più riparati ma sempre a rischio secchiata.
Dopo essere sceso ho fatto un giro dell'isola ed ho trovato veramene un posto con abitanti pochi e spazi enormi. Tanti allevamenti di mucche allo stato brado. Veramente se non fosse stato per le pale eoliche si poteva pensare di stare 100 anni indietro nel tempo. A proposito ma perchè le pale canadesi non fanno il rumore fastidioso delle nostrane? Mah! A parte la strada provinciale 69 che finisce con un cartello "Strada finita" e dopo c'è il lago, mi sono recato dall'altro lato dell'isola e dopo una 10ina di kilometri da dove il traghetto ci aveva lasciato, c'è un altro imbarcadero dove si prendono i ferries per gli USA. Con una ventina di dollari e molte meno rogne burocratiche si quanto mi sarei aspettato, si arriva a Cape Vincent , nello stato di New York.
Nulla di che, cambia assai poco da Canada, forse i cartelli, la polizia e la moneta... Paesaggi assai ameni e poco da vedere.
Dopo un'oretta visto che non sapevo come erano i traghetti sono tornato indietro. Mordi e fuggi.
Aspettando il traghetto per Kingston da Wolfe Island, ci sono tre quatto locali per mangiare e dato che si lascia la macchina in fila lungo la strada in attesa del prossimo traghetto, facendo comunque attenzione agli spazi destinati agli ingressi dei privati e in tale modo segnalando più o meno se riuscirai ad imbarcarti col prossimo traghetto o dovrai aspettare: dopo una certa linea non è detto che ce la fai! Comunque in questo posto con una parte all'aperto molto bella che scendeva fino al lago mi sono concesso un hamburger alla canadese una diet pepsi e un caffe, ovviamente sporcandomi la mia ultima o quasi camicia perchè il panino era mostruoso e trasudava trigliceridi in esubero da ogni dove e finendo tempo a tempo per l'arrivo del traghetto.
Non contento di cio' all'arrivo mi era rimasto un museo da vedere di quelli che mi interessavano. Non era trdissimo dico, va be, ce la faccio. Mi sbrigo e vado verso il museo che si chiama esattamente "Pump house steam museum", cioè il museo di una caldaia a vapore dell'ottocento, restaurata e trasformata con varie percorsi in un museo particolare.
Ovviamente qui avviene l'altra gaffes clamorosa. Mi infilo in una zona sterrata per parcheggiare tra molte altre macchine ci sono due posti liberi. Il terreno è bagnato ma niente di clamoroso. Le ultime parole famose! Tipo trappola da scout, le mie ruote davanti affondano nella fanga più clamorosa e non ne escono più! Smoccolando in esperanto cerco modo e maniera ma non c'è niente da fare. Comunque c'è anche il buono nelle cose perchè si materializza un giovanotto con fidanzata a corredo lasciata inizialmente in auto e parlando nello slang più stretto del mondo si slancia in mio aiuto. Ovviamente a parte, (e lui in particolare) infangarci completamente non si riesce ad uscire. Proviamo anche a spingere avanti e dietro in due con la ragazza in macchina a dare gas ma niente. Nel fratempo preso dai ricordi del manuale di sopravvivenza trovo un cassone con rifiuti di legname e prendo una paio di tavole. E così anche con l'aiuto determinante di un terzo tipo tozzo come un baobab spingiamo avanti l'auto fuori dal guano... Che smaltita! Mi ci mancava solo chiamre l''ACI locale!!! Ringraziati i tizi che non hanno voluto nulla per il disturbo se non raccomadandarsi di rimettere tutto in ordine, sono costretto a tornare all'albergo perchè la macchina è da lavare assolutamente, e io pure!
Così mi decdico a riassettare le mie cose visto che domani si riparte (dopo aver fatto lavare l'auto...) e ci scappa pure una pennica... Al risveglio trovo che sia tardi per riuscire, fame non ne ho con la cipolla dell'hamburger del pranzo ancora in moto rotatorio nello stomaco. Questo eè quanto.
Domani Ottawa.
Adios.

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